Sull'esito favorevole del voto sull'articolo costituzionale denominato "Un futuro con la medicina complementare" non sembra esserci ombra di dubbio. Nel sondaggio, la proposta di ancorare nella Costituzione l'obbligo per Confederazione e Cantoni di considerare le medicine alternative è approvata dal 69% degli intervistati. Soltanto il 19% indica che metterà un no nell'urna e il 12% si dice indeciso.
L'ampio sostegno che la medicina complementare raccoglie fra l'elettorato di tutti i partiti - compreso quello dell'UDC che la combatte - rispecchia "l'individualizzazione della società elvetica", ha commentato Longchamp. Ognuno vuole poter decidere per la propria salute. Gli argomenti medico-scientifici e quelli politici non hanno alcun influsso. I cittadini desiderano che le medicine complementari siano rimborsate dall'assicurazione malattie di base, ha sottolineato il politologo.
Partecipazione ai minimi senza emozioni
Il secondo sondaggio conferma d'altra parte lo scarsissimo interesse dell'elettorato per lo scrutinio. Soltanto il 40% degli intervistati ha dichiarato che voterà, ossia il 5% in più rispetto al primo sondaggio. Si tratta di una proporzione inferiore alla partecipazione media alle votazioni federali, che si aggira sul 45%.
Ciò è legato all'assenza di una vera campagna elettorale. Secondo Longchamp, la votazione principale quest'anno era quella che si è svolta l'8 febbraio sulla prosecuzione dell'accordo sulla libera circolazione delle persone tra Svizzera e Unione europea e sulla sua estensione a Romania e Bulgaria. "È lì che i partiti hanno investito le loro forze. Ora sono impegnati su altri temi. Adesso è la crisi economica che domina la politica".
Inoltre, per i due oggetti in votazione il 17 maggio "non c'è alcun argomento che scandalizza", vale a dire che manca quell'elemento che solitamente permette all'UDC di convincere le fasce meno abbienti e gli anziani. "Qui non ci sono abbastanza emozioni. Gli unici a scandalizzarsi sono gli esperti che dibattono della sicurezza", ha concluso Claude Longchamp.
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swissinfo
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Sonia Fenazzi, swissinfo.ch