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Managed care, i medici vogliono garanzie

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OMCT critico sulla riforma: «Inaccettabile promuoverla con riduzioni di premio»

La categoria è preoccupata per la revisione della LAMal. «Le cure integrate non
devono essere sostenute con l'obiettivo sottinteso di limitare la scelta del medico»

A partire da domani l'Assemblea federale si chinerà sul dossier «managed care», le
cosiddette «reti di cura integrate», in cui gruppi di medici e operatori sanitari si uniscono
allo scopo di razionalizzare e migliorare le prestazioni fornite. I medici ticinesi nutrono
forti perplessità sull'operazione e soprattutto su una sua imposizione generalizzata.
L'OMCT, con il sostegno delle società di medici dei cantoni romandi, ha scritto alla
deputazione alla Camere, sottoponendole una serie di richieste. Tre gli obiettivi di
fondo: prevenire qualsiasi decisione arbitraria da parte delle autorità, garantire la qualità
e la disponibilità delle cure, e fare in modo che vi sia un finanziamento
dell'assicurazione malattia obbligatori corrispondente alla sua vocazione di
assicurazione sociale. «Anche per noi la libera scelta del medico è di capitale
importanza e dev'essere garantita», scrive il presidente dell'Ordine Franco
Denti, sottolineando che le cure integrate non devono essere sostenute con l'obiettivo
sottinteso di limitarla. Non è accettabile, prosegue, che queste reti vengano promosse
attraverso riduzioni di premi, franchigie o partecipazioni che superino la reale
diminuzione dei costi realizzata grazie a questo modello. In caso contrario, «sarebbe
una sovvenzione arbitraria» a favore di un modello di cure che non ha ancora dato
prova dei vantaggi che gli vengono attribuiti. Lu cure integrate dovranno quindi poter
essere scelte in tutta libertà, senza il supporto di incentivi economici. Secondo l'OMCT,
imporre una partecipazione maggiorata a coloro che non opteranno per la rete di cure
integrate costituirebbe una pressione insopportabile nei confronti dei malati cronici, in
particolare quelli psichici, che spesso hanno una situazione economica precaria e non
sono in grado di sopportare un tale carico.

Chi sceglie di non aderire, a detta dei medici, non dovrà essere oggetto di penalità,
quale il forte aumento della partecipazione individuale come lo propone la
Commissione. Quanto al controllo delle reti di cura deve essere di competenza dei
medici, perché «una conduzione fondata sull'aspetto unicamente contabile che non
rispetti né la qualità né l'etica delle cure è inaccettabile». Secondo l'OMCT la libera
concorrenza tra le reti di cura deve essere preservata e lo sviluppo di monopoli
prevenuto.

La categoria inoltre chiede che la solidarietà fra assicurati sia garantita e la selezione dei
rischi impedita, nel senso che i pazienti cronici o costosi non devono essere esclusi
dalle reti per ragioni economiche.

In questo senso viene sollecitato anche un modo di finanziamento coerente con il ruolo sociale dell'assicurazione malattia, perchè il finanziamento attraverso i premi sta ormai
diventando insostenibile per una parte sempre crescente degli assicurati. I prezzi delle
prestazioni mediche infine, sostiene l'OMCT, dovranno essere fissati sulla base delle
regole che reggono l'economia d'impresa e non applicando sistematicamente misure di
risparmio che penalizzano i fornitori di prestazioni.

Fonte: Corriere del Ticino, 15 giugno 2010

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