La strategia del CEO della Fiat, Sergio Marchionne, è spietata. Niente più spazio per convenzioni e nostalgie, da quando Fiat ha acquistato il Gruppo Chrysler. Ai tempi in cui Carosone cantava l’americanizzazione a tutto swing, chiunque avesse avuto un’Aurelia si sarebbe fatto beffe di una Lancia con geni made in USA. Oggi, della Lancia, i cui splendori del passato sono ormai un ricordo, si occupa Marchionne, facendo della marca una filiale Chrysler in Europa.
È accaduto con il monovolume familiare Voyager, che ora porta l’emblema Lancia sostituendo la Fedra. O con la Thema, che in realtà è una Chrysler 300 C, ma con la tecnologia della penultima Mercedes Classe E. Il presidente della marca Saad Chebab, non senza retorica, ha espresso la sua convinzione: “Il mondo ha bisogno della Lancia, di una Lancia che venga dall’Italia”. Ma qualche ritocco nel design e un logo Lancia sul muso non bastano. I torinesi lo sanno bene, e hanno investito nella Thema un miliardo di euro e 4,8 milioni di chilometri in test. Ma quanto ancora c’è, di italianità, in questa Lancia/Chrysler? A osservarla dall’esterno, un pizzico di delusione è inevitabile. Soprattutto alla vista del posteriore che, anche con gli eleganti gruppi ottici, rimane molto simile a quello della 300 C.
Non che vi sia nulla di male, s’intende. La 300 C è una bella auto: è con lei che Chrysler ha voluto stilizzare l’archetipo dell’americana. Il muso è già un po’ più italiano, vi si ritrova un pizzico del noto design della marca. Ma all’interno, l’impressione di qualcosa di familiare si fa sempre meno intensa. Non può bastare un po’ di legno a trasformare una 300 C nel prestigioso modello Lancia del passato.
The Italian job
Con i suoi 239 CV, il diesel da sei cilindri prende vita semplicemente premendo un pulsante. Senza urti né vibrazioni. Il cambio automatico a cinque rapporti garantisce un cambio di marcia liscio e confortevole. L’accelerazione è lineare in autostrada, e l’impressione è che l’auto non abbia ancora raggiunto i suoi limiti. Il telaio è equilibrato, non eccezionalmente sportivo, ma neppure eccessivamente morbido. Lo sterzo risponde in modo rapido e preciso.
Insomma, lo scetticismo lascia il posto a una sorta di riconciliazione con Marchionne. Con i suoi cinque metri di lunghezza, questa Thema si mostra all’altezza di tutte le aspettative che si possono nutrire nei confronti di una berlina europea di classe superiore. A sorprendere è, invece, il prezzo: per soli 58 000 franchi, la Thema offre un equipaggiamento di serie davvero completo.
Non è prevista, per il momento, una versione station wagon. È invece disponibile il modello a benzina, un V6 da 286 CV con cambio automatico a otto rapporti. La Thema non è certo la prima della classe in termini di consumi, ma rimane un’alternativa interessante a molti modelli della concorrenza, già affermati e più cari.
In sintesi
I conservatori non la vedranno forse di buon occhio, ma la Lancia Thema è una buona auto, che risponde ai requisiti europei e offre un design tutto sommato riuscito. La forza di quest’auto è il prezzo, che, per un equipaggiamento di serie così generoso, è davvero allettante.
Questo articolo è proposto in collaborazione con auto-illustrierte. Traduzione italiana di bonus.ch.
Fonte: bonus.ch, Patrick Ducret